La musica è cultura. La musica è formazione.

Con questo valore nasce un grande collettivo di negozi di dischi indipendenti che comprende tutta Italia, isole comprese. Si chiama UNDICI, ovvero Unione Negozi di Dischi Italiani Coesi e Indipendenti.
Chiunque sia amante della musica ha varcato, almeno una volta nella vita, l’ingresso di un negozio di dischi, un luogo sacro per gli appassionati e non solo.
Moltissimi artisti, giornalisti, scrittori, stanno appoggiando l’associazione facendo sentire la loro voce affinché i negozi di dischi vengano tutelati anche in tempi di lockdown. Tutti sottolineano l’importanza che un disco ha avuto nella loro vita e nella loro formazione personale.
Quando abbiamo saputo di questa iniziativa non abbiamo potuto far altro che sostenerla anche noi cercando di diffondere il messaggio che la musica non può e non deve vivere solo sul web.
Il disco non viene, ancora oggi, a differenza dei libri, considerato bene di prima necessità e questo comporta che durante la zona rossa i negozi che li vendono siano rimasti chiusi. Le attività, secondo il decreto, sarebbero tenute a delimitare quei prodotti con il nastro e ad impedirne la vendita. Inoltre, a supporto dei negozi di dischi, non ci sono stati bonus o incentivi sufficienti per poter sostenere le grandissime spese che un’attività commerciale ha costantemente a carico, anche se chiusa. Un gravissimo colpo alla musica, che già prima soffriva dell’effetto della crisi. Oggi con le molte iniziative nate in Italia, si vuole sottolineare l’importanza della sua salvaguardia, come prodotto artistico nonché culturale.
L’associazione in questi mesi ha portato avanti varie azioni di sensibilizzazione sul tema. Richieste che vogliono arrivare all’attenzione del Ministro della Cultura Franceschini e dei Presidenti delle Regioni.
Richieste essenziali come la possibilità di rimanere regolarmente aperti anche in zona rossa, nel rispetto delle normative vigenti. La possibilità di offrire poi il servizio di asporto per i clienti e il riconoscimento del disco come prodotto culturale e quindi la riduzione dell’IVA al 4%, tutt’oggi al 22% differentemente da gli altri paesi dell’UE.
Questo per consentire una ripresa per tutto il settore, purtroppo dimenticato dalle autorità e dall’opinione pubblica.
Link utili:
https://www.instagram.com/unionenegozidischitaliani/
https://www.facebook.com/undicinegozidischi
Marina Fulco