Van Halen: dal tapping alla leggenda

Quando, negli anni ’60, Jimi Hendrix portò oltre il limite le possibilità e le sonorità della chitarra elettrica, nessuno avrebbe mai pensato che fosse possibile spingersi ancora più in là.

Eddie Van Halen distrusse questa convinzione a suon di tapping, tecnica da lui stesso inventata e divenuta subito un must, un canone si potrebbe dire, dell’hard rock e dell’hair metal anni ’80.

A differenza di tanti suoi colleghi dai capelli cotonati, Van Halen era fortemente radicato nella tradizione del blues e classic rock. Sotto l’enorme suono della sua chitarra, fatto di distorsioni assurde, flanger esagerati e tanta tecnica, c’erano i riff e i fraseggi di Hendrix e Page.

Van Halen era questo: il chitarrista di una rockband, uno come Richards o Page, il solista che incanta con l’assolo esagerato, il look fuori dagli schemi e la sigaretta incastrata tra corde e paletta della chitarra. Un talento vero, un grande innovatore, fonte di ispirazione per tanti dopo di lui e ci auguriamo per molti altri che verranno.

Van Halen, già mito in vita, entra ora nella leggenda, e lì resterà per sempre.

Alessandro Monfroglio