WE THE SQUAD Vol.1: Tra tradizione e contemporaneità, gli SLF ci trascinano nella nuova Napoli

Partiamo dal presupposto che, nonostante le mie origini partenopee, mi sia avvicinata a questo amore sconfinato per il dialetto napoletano solo da poco (sarà un po’ la wave). Guarda caso, nello stesso periodo è uscito, forse, uno dei mixtape che più rappresenta la nuova scena partenopea, andando anche oltre Liberato, Luché e l’immenso Gigi (probabilmente è anche merito suo se oggi li conosciamo). 

Beh, poco prima di Sanremo è uscito questo disco “WE THE SQUAD Vol.1″ degli SLF. Appena letta la notizia sono corsa ad ascoltare e non avevo dubbi che, già dal suo lancio, non mi avrebbe fatto pentire dei 46 minuti e 51 secondi del mio tempo per ascoltarlo. 

Ma andiamo per step: Chi sono gli SLF? O meglio, chi sfaccim song sti SLF

SLF = Siamo La Fam

E ora, per chi ha già letto il mio scorso articolo penserà “ancora con sta Trap?”. 

Ebbene Sì, ma la Trap che conta.

Gli SLF sono un collettivo di Napoli formato da Yung Snapp, MV Killa, Lele Blade, Vale Lambo e Niko Beatz. Tutto è partito dalla provincia di Casoria, a nord di Napoli, per poi diffondersi nelle strade del capoluogo. Considerati un po’ gli outsider nel loro paese, gli SLF avevano già visto oltre quello che la gente non capiva, percorrendo le strade di chi ha portato l’Urban e l’Hip Hop a Napoli (i Co’Sang ad esempio) e cercando di rendere il timbro di quel genere più adatto alla loro identità, che oggi si traduce in WE THE SQUAD Vol.1

Questi sono ragazzi che si sono trovati per un interesse comune; che hanno iniziato a produrre per la voglia di rivalsa, per andare oltre le difficoltà di una città che ti da’ poche opportunità di successo e poche prospettive. Oggi gli SLF ancora non hanno raggiunto quel SUCCESSO, ma hanno fatto il passo oltre la gavetta: hanno creato un’identità unica che è oggi il loro punto di forza. 

E tra le caratteristiche di quest’identità c’è sicuramente quel senso di family che si fa sentire forte anche attraverso la loro musica, dove l’armonia che li accomuna si sente su uno stesso beat. 

Quando parliamo di WE THE SQUAD Vol.1, si parla di un mixtape perché non si tratta di un puro disco di artisti con delle intenzioni in comune, ma è un vero e proprio simbolo di amicizia, di famiglia e di condivisione; caratteristiche che, chi viene da quelle parti, conosce molto bene. E che non vuole fermarsi a un solo album, ma tramutarsi in un vero e proprio progetto. 

L’approccio al disco non è quello di comprendere un ‘non so che’ di straordinario dai testi, anche perché il 75% degli ascoltatori probabilmente non capirà mezza parola. Ma l’intento è quello di farsi trascinare dal flow e di comprendere quel sentimento che tanto anima le strade di Napoli. 

Ed è per questo che l’uso della lingua dialettale diventa fondamentale. È vero, potrebbe complicare l’ascolto, ma, in questo caso, il testo non è altro che un accessorio per marcare la propria identità; quell’identità che oggi viene usata da molti artisti perché viene definita trendy. 

La scelta del dialetto potrebbe sembrare un limite per molti ascoltatori, ma se poi si realizza che una buona parte di serie tv popolari, di artisti che fanno parte dei “grandi della scena”, si appropriano proprio di quella lingua, quella che oggi è riconosciuta patrimonio dell’UNESCO, allora non può che essere che un loro punto a favore. 

WE THE SQUAD Vol.1 è intenso, ti travolge come ti travolge il profumo dei babbà nei quartieri spagnoli. Un mixtape che oltre a rappresentare la nuova scena napoletana, la mette a contatto con diversi artisti compaesani e non. Troviamo, infatti, tra i tanti nomi, Geolier, Tony Effe e Fabri Fibra ad arricchire le tracce.

Un insieme di brani vari che passano dalla hit romantica a quella da club, dai pezzi più street a quelli più “zarroganti”. Un misto fra tradizione che si affaccia alla vecchia scuola rap e la contemporaneità della nuova scena musicale, che dimostra che gli SFL sono con un piede nel 3000 perché hanno dimostrato che è possibile svecchiare il nostro rap italiano e dargli le vibes americane delle spiagge della Florida. 

Quindi, se WE THE SQUAD. Vol 1. dovesse essere una frase di Gomorra sarebbe questa: << A guerra nun ‘a vince chi è chiù forte, ‘a vince chi è chiù brav’ a aspetta’>>.

A cura di: Francesca D’Apuzzo.