Ottobre 2017, una ragazza sorridente e felice di aver iniziato l’università da poco più di un mese.
Quel giorno ci avevano detto che sarebbero venute delle persone in aula per parlarci di una radio universitaria, dentro di me ho pensato di tutto onestamente. Ho pensato subito a tutte le radio che ascolto abitualmente, come RDS, Rai Radio 2 e tante altre, e mi sono chiesta che cosa sarebbero venute a fare delle persone in rappresentanza di una radio in un’aula universitaria.
Avevo fatto tardi la sera prima e quel giorno proprio non avevo intenzione di alzarmi, poi però ho deciso di andarci a quella lezione, e menomale.
Lì, in quell’aula, durate quelle due ore di presentazione di che cosa fosse una radio universitaria ho capito che volevo entrare a far parte di quella famiglia un po’ strampalata che è Radiophonica.
Una volta iniziata l’esperienza ho voluto provare molte delle cose che l’aver intrapreso quella strada avrebbe comportato, tra queste il fantomatico FRU, di cui avevo sentito molto parlare ma non avevo idea di che cosa fosse se non dai racconti dei miei colleghi. Beh devo dire GRAZIE a tutti coloro che mi hanno caldamente invitato a partecipare.
Arrivata a Cagliari mi sentivo super spaesata, non conoscevo nessuno e mi metteva un po’ di ansia.
Da quando sono tornata da Cagliari in tanti, compagni di corso e non, mi hanno chiesto “Bea ma cos’è questo FRU di cui parli tanto?”
Sarò sincera, rispondere è stato davvero difficile, perché FRU non è semplicemente Festival delle Radio Universitarie, è molto molto di più.
Volete sapere cosa ho risposto a tutti quelli che mi hanno fatto questa domanda???
Innanzitutto ho detto loro che è una cosa che va fatta almeno una volta nella vita, come un viaggio in un posto esotico o assaggiare un nuovo piatto.
Ho continuato dicendo che il FRU è tante cose messe insieme, è un turbinio di emozioni, è sorrisi, abbracci, lacrime, musica, divertimento e stare insieme. È amicizia e condivisione, condivisione di una stessa passione per un qualcosa, come la radio, che ha la forza di unirci tutti.
Ad oggi, terminata da pochissimo la mia seconda esperienza al FRU, posso dire che tutto quello che ho appena detto forse è riduttivo. Quest’anno in particolare, conoscendo già molti dei presenti, ho vissuto l’esperienza a pieno senza pensare a niente di esterno, ma solo a quello che stavo facendo. Ho seguito i panel grazie ai quali mi sono appassionata a diversi ambiti a cui prima non avevo prestato attenzione.
Potrei stare a raccontare ogni singolo attimo di questo FRU, se mi chiedessero quale sia il momento più bello sarei in grossa difficoltà nel rispondere perché tra gli abbracci, le risate, le lacrime dei saluti e tutto quello che abbiamo provato in questi giorni non si può selezionare un solo momento.
Mi viene un po’ il magone a pensare che dovrò aspettare un intero anno prima di rivedere tutti…
Mi mancherete tanto.
Baci e abbracci, BEA.
Beatrice Mattevi
Studentessa in Scienze della Comunicazione presso l’Università degli Studi di Perugia. La mia avventura con le radio universitarie è iniziata nel 2017 a Radiophonica, dove conduco un programma “sul viaggio nel tempo”. La radio è una delle mie tante passioni, insieme alla musica, allo sport e allo stare con i miei amici. Sarò banale ma mi piacciono le cose semplici.
Questa sono io.