Road to #FRU19. Day 16

Ho sempre voluto saper scrivere. Sapete, quei bei testi con un ritmo coinvolgente, dove la narrazione dei propri sentimenti scorre velocemente e diventa propria del cuore di un lettore.

Ho sempre desiderato scrivere, ma non mi sono mai applicato con quella giusta dose di voglia di mettermi in gioco e spaccare il mondo.

Ho sempre parlato, invece. Tanto, pure troppo. Ma ho sempre avuto la necessità di farlo, perché dentro di me c’è sempre stato il bisogno di comunicare qualcosa a qualcuno. Non che agli altri debba sempre interessare quello che dico, ma questo è sempre stato il mio desiderio. Farmi ascoltare.

“Quindi fai radio perché ami sentire la tua voce?”

No, perché farsi ascoltare non deve essere l’unico obiettivo di chi vuole parlare. Se tu dai qualcosa agli altri con la tua voce, non puoi esimerti dall’ascoltare il grido di chi hai al tuo fianco. Devi avere la capacità di capire cosa vuole dire, del perché vuole comunicarti quella precisa cosa in quel determinato istante.

Fare radio credo che sia una silenziosa chiacchierata: parli, parli, parli, ma dentro di te si genera un forte silenzio nel quale devi cercare di capire te stesso e gli altri.

Cosa c’entra tutto questo con il FRU?

Il Festival delle Radio Universitarie 2018 di Cagliari è stato il turning point del mio primo anno dentro Radio 6023. Un anno nel quale ho lavorato duramente per cercare di comunicare quello che avevo dentro. E il FRU è stata l’esperienza che mi ha fatto capire, invece, quello che avevano dentro di loro i miei compagni di avventura: ho scoperto giorno dopo giorno i miei compari della stanza 206, conoscendoli realmente e rendendo più forte il legame di amicizia.

Parlare davanti ad un kebab alle 5 del mattino, chiacchierare nella chupiteria sotto l’albergo aspettando un mirto, fare parte di una marea umana di persone che si spostano per le vie di una città, senza essere soltanto il proprio nome e cognome, ma parte di una grande comunità. Questo è il FRU: un mondo dove l’unica cosa giusta che si può fare è aprire la bocca e iniziare a parlare. Con gli altri, arricchendo se stessi.

Storpiando Paolo Conte:

il Fru lo si ama, come l’ultimo delle fantasie, è un amico che ti chiama, come il fischio che hanno le frenesie.”

Davide “Boris” Farinetti
Laureato in Filosofia e Comunicazione all’Università del Piemonte Orientale, sono entrato nella famiglia di Radio 6023 nel 2017 e da allora sono diventato per tutti Boris.
Il mio più grande difetto è quello di appassionarmi di tutto e di niente. In questo momento storico mi sto dedicando a studiare le emozioni che provano i tifosi con lo sport, ma il prossimo anno probabilmente potrei occuparmi di tutt’altro.
Il FRU 2019 sarà il mio secondo Festival, sempre che non venga squalificato per doping al Giro d’Italia.