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Road to #FRU19. Day 24

Sin da quando sono entrata a far parte del mondo delle Radio Universitarie ho sentito parlare del famigerato “FRU”, l’evento che mette insieme tutti gli universitari appassionati di radio, musica e media.

Presa dall’entusiasmo dei miei colleghi che la definivano un’esperienza “da provare assolutamente”, ho pensato:

“beh, non posso mica perdermela, allora!”

Qualche notte prima della partenza mi sono ritrovata a pensare a quante volte fossi stata entusiasta per un viaggio o un evento, che però mi ha poi puntualmente delusa.

Mi sono chiesta se quell’evento facesse per me, o se fossero solamente gli altri a divertirsi. Avrei conosciuto persone interessanti? Mi sarei sentita fuori posto come spesso accade? Avrebbe cambiato la mia vita come diceva qualcuno che aveva già partecipato?

Ero abbastanza titubante, e prima di addormentarmi ricordai le parole di una mia collega delle superiori, che mi disse molti anni prima:

“io parto sempre pessimista, così se succede qualcosa di bello rimango piacevolmente sorpresa!” (ma voi non fatelo!)

La mattina della partenza, però, ero di buon umore. Non vedevo l’ora di arrivare e scoprire i panel e tutte le persone nuove che sarebbero arrivate lì.

Durante il viaggio, molti dormivano o ascoltavano la musica, così io scaricai un classico agghiacciante, per leggere qualcosa di insolito durante il viaggio. Dopo le prime pagine pensai:

“menomale che Amanda non ha visto che cosa sto leggendo!”

Per poi decidere di sconcertarla raccontandole tutti i dettagli delle storie di Anais Nan durante le nostre cene strampalate.

Lì, tra panel, conferenze e laboratori di ogni tipo, ho conosciuto tante persone interessanti, ma soprattutto, ho fatto amicizia con i ragazzi di Pisa.

E’ proprio con loro che ho passato una delle notti più belle della mia vita, assieme alle mie colleghe di Radio 6023. Abbiamo girato mezza Cagliari per cercare una pizzeria e, una volta tornati all’ostello, abbiamo trovato il deserto. Un silenzio da riempire di risate. Erano tutti spariti, tranne noi.

E come vi spiego come mi sono sentita? Ci siamo seduti a un tavolino, a bere vino e mangiare una pizza davvero buona, e come sottofondo c’era Paganini. Perfetto per tutte le cavolate che abbiamo sparato, e per il dessert: pan di stelle tarocchi inzuppati nella birra (provateli, sono un’esperienza culinaria ineguagliabile).

E poi ho conosciuto una delle persone più importanti della mia vita. Non la sento ogni giorno, ma sapere che fa parte della mia vita rende tutto più bello. L’ultima notte sono salita nella sua camera e abbiamo parlato per ore, fino alle tre. E sapete com’è parlare con qualcuno che non conoscete, in un posto così, in quelle notti di giovinezza infinite dove si trovano angoli magici che si custodiscono per sempre nella memoria.

Poi ci sono le storie di flirt andati male, caviglie spaccate per saltare giù dai letti dopo essersi fatti la doccia (coi piedi ovviamente mezzi bagnati!), limoni mai accaduti, infradito lanciate fuori dalle porte, chiamarsi da una finestra all’altra dell’ostello, falene di nome “Lucrezia” che non ne vogliono sapere di uscire dalle finestre, gli abbracci dell’ultima ora, i wafer alla vaniglia che sanno di cartone (e puzzano di calzini sporchi) mangiati sul letto tutti insieme e le scale scese velocemente con il cuore leggero mentre pensi:

“posso dilatare il tempo e rimanere qui?”

Nel mio diario ho scritto ogni dettaglio di quei giorni, e ho terminato con questa frase:

“non vedo l’ora del FRU 2019!”

Purtroppo quest’anno non potrò esserci, ma voi non mancate!

Veronica Miglio
Mi chiamo Veronica, sono all’ultimo anno di Lingue e Culture Moderne dell’Università del Piemonte Orientale e ho scoperto Radio 6023 nel 2017. Aspirante redattrice di Europhonica e amante della lettura e della musica sessantottina. Il mio primo FRU è stato quello di Cagliari 2018, e non vedo l’ora del prossimo.