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EYE18: UNA CONTAMINAZIONE DI IDEE PER UN FUTURO MIGLIORE

di Michele Savino

In questo momento storico, in cui l’Europa è attaccata, se non insultata, da più parti, non è facile immaginare un evento dove più di ottomila giovani dai 16 ai 29 anni provenienti dalla maggior parte delle nazioni europee si ritrovano a Strasburgo presso la sede del Parlamento Europeo per discutere e confrontarsi non solo sul futuro del vecchio continente, ma anche per individuare idee e soluzioni per una società innovativa, aperta e solidale.

 

Non è fantasia, ma è davvero successo. L’1 ed il 2 Giugno, infatti, si è tenuta la terza edizione dell’European Youth Event: due giorni di eventi, seminari, giochi, workshop e tante altre occasioni per poter dialogare su temi fondamentali come inclusione, povertà, integrazione e tecnologia.

È stata anche l’opportunità per conoscere e confrontarsi su un argomento come il Basic Income o, tradotto in italiano, Reddito di Cittadinanza. Più che un’azione, esso rappresenta un nuovo modo di vivere il rapporto tra cittadino e Stato in tema di diritti e doveri. Lo strumento, in sintesi, prevede un contributo economico, quantificato come il minimo indispensabile per garantire una vita dignitosa, erogato dalle istituzioni pubbliche ad ogni persona, nessuna esclusa. Un vero e proprio reddito di base che lo Stato garantisce a tutta la comunità per mettere in condizione qualsiasi individuo di soddisfare i propri bisogni primari. 

Una dottrina che ha scatenato un enorme dibattito, in particolare sul fatto se sia mero assistenzialismo oppure valido incentivo per l’autonomia della persona. Al momento la discussione è stata solo su base teorica, ad eccezione di un esperimento in Finlandia ancora in esecuzione, in cui un gruppo di circa 2000 persone non occupate percepirà per diciotto mesi un assegno di circa 580 € mensili da parte dello Stato. Al termine della sperimentazione i comportamenti e le azioni degli individui saranno messi in paragone con la restante popolazione per capire se il sostegno abbia avuto un effetto positivo o negativo nelle qualità della vita delle persone che hanno partecipato al progetto.

Durante uno degli incontri di EYE, appunto, si è avuto la possibilità di approfondire tutto questo con esperti professori e con i responsabili del progetto finlandese, ma soprattutto è stata l’occasione per confrontarsi sui diversi modi in cui gli Stati europei mettono in campo strumenti per combattere la povertà e favorire l’inclusione lavorativa. Ne è risultato un dialogo franco e costruttivo dove sono intervenuti una ventina di ragazzi provenienti da diversi Paesi, tra più di centocinquanta che hanno partecipato al seminario, che hanno provato ad immaginare l’applicazione di un reddito di base sul proprio territorio e quali potessero essere gli effetti positivi e negativi. 

L’esperienza di EYE vale la pena anche e soprattutto per momenti come questi, in cui ognuno mette in campo il proprio bagaglio di esperienza e competenze al fine di arrivare ad individuare una soluzione condivisa che tenga conto dei consigli e delle istanze di tutti per migliorare l’Europa. I due giorni a Strasburgo hanno permesso di vivere sulla propria pelle una contaminazione che ambisce non a cancellare la propria identità, ma, al contrario, di metterla al servizio della comunità al fine di sviluppare una nuova idea ancora più forte. In poche parole: EYE ti fa sentire cittadino europeo, anche solo per poco tempo.

In ultimo, ma non meno importante, è doveroso ringraziare Raduni, network delle radio universitarie italiane, che, attraverso la passione e la determinazione di persone volontarie, riesce a garantire a tanti giovani italiani di poter partecipare a questa fantastica esperienza.