Mafia e tg, mafia e programmi di approfondimento, mafia e film. Ogni scenario è ottimale per parlare di mafia, probabilmente a causa delle sue mille sfaccettature, delle sue non ancora del tutto note sfumature. Fin dove può arrivare la mafia e come?
Giornalisti e studiosi del fenomeno non smettono mai di interrogarsi sulla questione, anche se sembra un concetto un po’ troppo profondo per poter essere sviscerato adeguatamente.
Una radio universitaria non si interroga meno di un giornalista di fama nazionale, non studia meno di un professore universitario e non si applica meno di un profondo conoscitore delle dinamiche mafiose. In una radio universitaria parlare di mafia è importante perché sono importanti i recettori del messaggio, gli studenti. Avere un microfono non è probabilmente come avere in mano una proposta di legge o una spada o una pistola, ma amplifica la tua voce e la fa sentire. In un giorno come questo in cui si ricorda chi, come Peppino Impastato, ha usato la radio per diffondere una propaganda antimafia che non ha avuto ancora fine, imparare dagli esempi è una sfida attualissima che va colta soprattutto dagli studenti. Parlare di mafia nelle radio universitarie non significa solo essere liberi a tal punto, ma sapere anche da che parte stare, avere consapevolezza della propria posizione, aver chiaro cosa si sta dicendo, quali nomi e cognomi si stanno facendo e perché.
Se vi dicessi che le radio universitarie hanno una linea guida per parlare di mafia, mentirei, perché non ce n’è una che possa definirsi tale. È semplicemente come saper distinguere il bianco dal nero, ma davanti a un mixer. Ai volti celebri da tv preferisco l’anonimato visivo della radio, ma che rende la tua voce riconoscibile, che fa sapere agli altri che metterci la voce e le idee forse è più pregnante e significativo del metterci la faccia. È più facile sfiorare la fama in tv, meno facile è attirare l’attenzione soltanto parlando, ma sappiamo fin troppo bene che la cosa giusta da fare non è mai quella più facile o quella più comoda.
Ricordiamo Peppino Impastato col rinnovato impegno di chi non si piega e non si spezza davanti all’azione della mafia. Ricordiamo che le radio universitarie ci sono, stanno crescendo e hanno menti tanto forti quanto le loro voci.
A cura di Elvira Fratto – UMG Web Radio