Siamo qui, in diretta da EYE – lo European Youth Event, insieme a…

di Sarah Penge

Se dovessi riassumere cosa è stato l’EYE per il secondo anno con le Radio Universitarie, comincerei con questa presentazione, come fossimo in diretta su un qualsiasi canale streaming di noi emittenti universitarie, dove poterci ascoltare.

E per il 2018, le Radio Universitarie hanno decisamente ascoltato i giovani provenienti da qualsiasi paese membro dell’Unione – e non, che si sono dati appuntamento a Strasburgo, in Alsazia, nel cuore dell’Europa, presso la seconda sede del Parlamento Europeo, l’istituzione per eccellenza che si occupa del processo legislativo ordinario.

In questa due giorni, però, ci siamo ritrovati a festeggiare il 2 Giugno, la Festa della Repubblica Italiana. Un’occasione unica, per noi, quella di incontrare la comunità giovanile della Penisola a discutere di Europa, un’Europa che mai come prima ha decisamente bisogno della Generazione Erasmus, la generazione di ragazzi che viaggia, studia, impara nuove lingue e riesce a concretizzare la cittadinanza dell’Unione, introdotta con Maastricht nel 1992 al fine di poter dare un segnale di coinvolgimento dei cittadini che non fosse solamente circoscritto al Mercato Unico e all’Economia di Mercato.

Così abbiamo deciso di intervistare i nostri connazionali, chiedendo di presentarsi, e dare soprattutto voce alle proprie idee di Europa, di Unione Europea, e di dare un messaggio al nuovo governo – che si è, per l’appunto, insediato in quei giorni – proprio il giorno della Festa Nazionale Italiana sul futuro di questa organizzazione sovranazionale che ha garantito la pace tra i popoli per circa 60 anni.

E la posizione è rimasta sempre la stessa: vogliamo l’Unione Europea e la vogliamo più forte che mai.

Studenti provenienti da differenti livelli di istruzione, differenti ambiti di studio, ma tutti con un unico obiettivo: far capire che, nonostante lo stato di salute non dei migliori, l’Unione Europea rimane comunque una speranza di crescita – lavorativa, personale, di studio – di tutti i giovani europei, la quale ha dato tantissimo ai ragazzi italiani.

Dall’altro lato, invece, presente una forte preoccupazione sul futuro di essa: aver analizzato la patologia di cui soffre l’Unione, secondo gli intervistati, è necessario per capire cosa effettivamente può dare ancora l’assetto istituzionale ai giovani europei, anche alla luce delle elezioni del 2019 per il rinnovo del Parlamento Europeo, filo rosso che ha unito la maggior parte delle tematiche affrontate nei panel, workshop e giochi di ruolo di questo evento che non smetterà mai di stupire nemmeno nelle prossime edizioni.