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Non solo SOTEU: guerra in Ucraina ed emergenza energetica

Oltre al discorso sullo Stato dell’Unione della Presidente Ursula von der Leyen, tante sono state le tematiche affrontate durante la plenaria del PE di settembre. Dalla guerra in ucraina, al salario minimo adeguato, al pressante problema del cambiamento climatico e della deforestazione, all’infrazione dello stato di diritto in Ungheria, e ancora al bilancio UE 2023. Rilevante è stato il discorso della prima ministra finlandese, Sanna Marin, secondo cui l’UE sta pagando un caro prezzo per la sua dipendenza dal gas russo a causa della sua ingenuità nei confronti della Russia.

Per la ministra, c’è bisogno più che mai di quella volontà politica che permetta di investire nelle rinnovabili con reti comuni di trasferimento e stoccaggio delle tecnologie. Questo non sarà certo facile, ma permetterà all’UE un futuro migliore attraverso lo sviluppo di un’economia più resiliente, anche in termini climatici.

Anche l’Alto Rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Joseph Borrell, ha indirizzato lo stato della guerra in Ucraina durante la “question time”, sottolineando l’importanza di perseverare nell’appoggio morale e finanziario all’Ucraina. Questo significa anche tenere attivi i canali diplomatici con il Cremlino. Borrell ha poi ricordato che il suo ruolo non è quello di ministro della difesa dell’Unione, ma bensì di coordinatore dell’azione dei governi europei. Nonostante un esercito europeo non sia per ora realizzabile a breve termine, Borrell si è appellato agli eserciti nazionali sollecitandoli di aumentare intelligentemente le proprie capacità per allinearsi con gli scopi dello strategic compass, ovvero quell’ambizioso piano d’azione per rafforzare la politica di sicurezza e di difesa dell’UE entro il 2030.

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