Siete pronti a partire di nuovo? Il venerdì RadUni Musica ci porta in giro per il mondo!
Questa volta è tempo di partire per scoprire le terre dei Balcani con il potere della musica!
La musica balcanica nella storia
Terre che da secoli sono in movimento, come lava di un vulcano. Gli abitanti dei balcani per un motivo o per l’altro sono sempre stato in contatto tra loro, e con i popoli gitani sono riusciti a farsi conoscere per tutto il mondo. Storie intricate e sofferte, di etnie che si incontrano e si scontrano, si mischiano e si separano; ma quando si tratta della musica, si fermano e cominciano a ballare all’unisono.
La musica balcanica è tante cose, motivo di festa e allegria ma anche di lamento e dolore, di momenti sacri ma anche profani. Voci che si allungano verso il cielo, corpi in movimento, l’emozione che avvolge grazie a questa musica è tanta.
Figlia del passato unificato sotto l’Impero Ottomano, ai giorni nostri è diversificata da regione a regione, ognuna delle quali ha proprie melodie. Ma ci sono elementi in comune che persistono: le techicne vocaliche, come il melisma, che spalma su più note una vocale; l’utilizzo di strumenti musicali comuni, come il violino, la fisarmonica, il fiddle, la tamburica, la frula, o ampie sezioni di ottoni; la cultura gitana e rom, che permea e unifica le tradizioni di popoli diversi.
Ma per scoprire al meglio i Balcani con la sua musica, ci affidiamo agli artisti che questa terra ha partorito.
Gli artisti
Partiamo con Goran Bregovic, che potremmo definire un “gitano cosmopolita”. Si dedica alla musica sin da piccolo, e nonostante viene espulso dalla scuola di musica che frequentava, non si arrende e continua per la sua strada. Dai 19 anni entra a far parte di svariate band rock della Sarajevo underground, ma lo scoppio della guerra lo costringe a emigrare.
A Parigi conoscerà molti altri artisti emigrati. Tra questi il cineasta Emir Kusturika, che in realtà è appassionato di musica, ed entrerà a far parte come chitarrista del gruppo No Smoking Orchestra, formatosi a Belgrado da ex membri della band Zabranjeno Pušenje (letteralmente “vietato fumare”).
Ma non è solo in Europa che troviamo formazioni di musica balcanica (e suoi affini). Un esempio sono i Gogol Bordello, che si forma a New York con emigrati dell’Europa dell’Est, e che ha come leader Eugene Hütz, di origini ucraine. La loro musica è definito dallo stesso come “transglobal gypsy punk rock”, una nuova frontiera che tenta di colmare lo spazio tra musica balcanica e sonorità occidentali.
Infine conosciamo la banda rumena Fanfare Ciocarlia, che da un paese di meno di 5000 abitanti è riuscita a sbancare grazie alla partecipazione a festival tedeschi, e che è formata da circa 10 membri, in prevalenza di strumenti a fiato.