La maggior parte delle volte mi ritrovo ad ascoltare musica nella mia cameretta. Non amo fare la figura dell’ascoltatore poco attento, quindi utilizzo la signor pazienza, scelgo gli album da ascoltare anche in maniera completamente casuale, e mi siedo alla sedia della scrivania finché non ho finito. Anche se attorno a me ci sono sempre gli stessi muri e sempre gli stessi oggetti ad addobbare il mio spazio personale, mi sforzo per lasciarmi catapultare in un altro mondo. Alcuni riescono a regalarmi questo tipo di sensazione, molti altri no, ma questo fa parte del gioco. A me piace lasciarmi un po’ trasportare dai sogni, di quelli ad occhi aperti, vividi e concreti.
Direi che con un’artista come Emma Nolde questo riesce estremamente facile. Emma Nolde, classe 2000, mi ha conquistata con Toccaterra, il suo album di debutto pubblicato nel 2020. Io ancora non la conoscevo, non avevo mai sentito parlare di lei. Ho cominciato a conoscerla poche settimane fa, quando ho scovato un suo video nel feed delle playlist di YouTube.
Non posso dire di essermene innamorata al primo ascolto; purtroppo ho una certa allergia per le ballad d’amore e per le sonorità così ovattate, preferisco qualcosa di più ritmato e catchy, ma nella vita si può sempre cambiare idea. Emma mi ha rapita non tanto per le melodie ma, piuttosto, per i suoi testi così maturi rispetto alla sua giovane età e, in modo speciale, per la sua voce, che si presenta completamente distinguibile da quello che è il panorama delle tonalità femminili in Italia. Il fatto che dentro di lei viva una doppia personalità dolce e aggressiva, incorniciate da delle tonalità vocali molto basse, non fa che rendere ancora più fascinoso il suo lavoro; quando canta sembra sussurrarti all’orecchio parole che, forse, non vorresti mai sentire, e rende tutto così terribilmente tattile che tutto ciò che racconta diventa parte di te, della tua vita.
Con il suo nuovo album Dormi, uscito il 30 settembre, tutto questo viene fortemente accentuato. Un brano come CQVT fa fatica ad andarsene via dalla testa date le sue sperimentazioni vocali. E speriamo che queste sperimentazioni non si concludano mai.