Sex Education per tuttə

Sono davvero tante le serie che sfociano nell’imbarazzante retorica mainstream: diventano famose e sfornano più puntate del previsto solo per il gusto di farlo (e per qualche soldo in più in tasca). Non sono qui per manifestare tutto il mio odio nei loro confronti. Piuttosto, mi piacerebbe evidenziare tutta la gioia che ho provato nel guardare qualcosa che merita di essere vista con la giusta dose di attenzione. Sex Education nasce nel 2019 e da allora ha un posto fisso nella top teen drama serie degli ultimi due anni. Tre esilaranti stagioni raccontano gli amori, i problemi e le speranze di diversi adolescenti del liceo Moordale. Tra i personaggi principali, un caleidoscopio di grandi personalità che combattono ogni giorno alla ricerca della propria identità di genere e sessuale. (Qui la nostra recensione della prima stagione).

Otis è il ragazzo d’oro della serie. Apparentemente timido e impacciato, possiede il grande dono dell’ascolto; un alto livello di empatia che lo aiuterà nella vita e in qualsiasi tipo di relazione. Otis segue una crescita personale meravigliosa e risulta impossibile non volergli del bene. Viene presentato come il weirdo liceale per eccellenza, nel bel mezzo di una crisi adolescenziale, con difficoltà nel farsi nuovə amicə e a masturbarsi. Eppure, avendo ascoltato per anni le sedute di terapia della madre, sessuologa di professione, sembra esser diventato un guru del sesso. Infatti aprirà con una sua compagna di liceo una clinica o agenzia di consulenza sessuale che segue durante le ore di pausa, prima o dopo le lezioni al liceo. 

Maeve è la cool kid del liceo: troppo cool per farsi buttare giù dai pettegolezzi sul suo conto; troppo cool per essere parte dei popolari, per avere un ragazzo, troppo cool per tutto. Maeve viene presentata come una pantera rosa che combatte sola nella giungla. Nel tempo libero divora romanzi popolati da forti personaggi femminili che le saranno d’ispirazione per componimenti saggistici scolastici e per complicate scelte di vita. Anche se sembra che tutto le scivoli addosso, Maeve è una studentessa brillante e una grande appassionata di letteratura, arte e filosofia; quella dell’agenzia sessuale è una delle sue grandi idee per accaparrarsi un po’ di soldi con l’aiuto di Otis e per mettere in pratica le sue skills con i numeri e con gli affari. 

Mi piace definire Sex Education una serie corale, in cui ogni personaggio è importante e nessuno è indispensabile. Eppure è vero che Otis e Maeve fanno proprio la differenza. Attorno a questi due personaggi, alle loro relazioni familiari, sentimentali e di amicizia, cresce Sex Education: un must have per tuttə grazie alla numerosa quantità di tematiche, spesso considerate tabù, affrontate con leggerezza. Ecco alcune sue massime. 

This is a safe place to talk

Stagione 1, Otis e sua madre (via themoviedb.org)

Mai sottovalutare la terapia e quanto sia importante la salute mentale per stare bene con noi stessə e con chi ci circonda. Naturalmente, Sex Education mostra un tipo di terapia che è principalmente di coppia o sessuale, ma che è comunque alla base di qualsiasi rapporto interpersonale. Nel 2021 parlare del sesso non può e non deve più essere un tabù e la normalizzazione della terapia, sessuale e non, sembra essere necessaria. Questo lo mostra chiaramente la serie, raccontando le storie di teenager che stanno scoprendo per la prima volta il loro corpo, la loro identità sessuale e di genere. È bello vedere tutto questo come parte di un processo su cui si sta cercando di fare progressi soprattutto perché, in istituzioni sociali come la scuola o la famiglia, non è giusto nascondersi. E se proprio non riusciamo a scoprire chi siamo, dobbiamo sempre poter contare su una persona e un posto sicuro dove parlare. Last but not least, Sex Education ci insegna normalizzare le relazioni sessuali in età adulta, quando il leggendario fuoco della passione sembra affievolirsi. Quello che nessuno dice è che ognunə di noi merita la giusta dose di orgasmi a vita, perché privarsene quando si diventa più grandi?!

You are not alone

Stagione 2, l’unione fa la forza (via MovieStillsDB)

Che sia per tematiche di aborto, violenza sessuale, verbale, psicologica, il femminismo ha ancora tanta strada da fare. I primi abusi, le prime molestie cominciano proprio in età adolescenziale (se non prima); si ha la sensazione di essere fuori dal mondo o la necessità di minimizzare il problema. È quello che succede a uno dei personaggi della serie con l’episodio del bus: la violenza viene quasi negata dalla vittima stessa, poi si ha la realizzazione dell’abuso, la sua assimilazione, il trauma. Una violenza è una violenza; non esistono episodi per cui vale la pena denunciare e per cui non ne vale la pena. L’importante è realizzare che, in questa lotta contro l’ignoranza ( e l’ignorante) non si è mai solə;  parlarne con qualcunə di cui ci fidiamo è sempre un’ottima soluzione. Sharing is caring, always

Just be yourself

Stagione 3, Eric (via themoviedb.org)

A prescindere dalla tua identità di genere, sessuale, dalla tua ossessione per gli alieni, per lo sport, per lo studio, Sex Education è qui per ricordarti che sei unicə e che meriti di splendere, sempre. Proprio come Eric, il migliore amico di Otis, quando si prepara per andare a una festa: lucidalabbra, glitter, un po’ di illuminante sul volto ed è fatta. Chiaramente, non è tutto strass e paillette: la strada per il raggiungimento di se stessə è bella tortuosa. Nella serie vengono mostrati episodi di omolesbofobia e alcune difficoltà da parte delle istituzioni a mostrarsi più inclusive ed empatiche. Nell’ultima stagione in particolare, la preside sembra non ascoltare per niente le esigenze di alcunə ragazzə non binariə. Mettere una divisa, scegliere uno spogliatoio o un bagno che definisca il loro genere, potrebbe essere una brutta esperienza. Perché non creare toilette inclusive in cui tuttə possano sentirsi a proprio agio? Tanto nella vita (e a fare i bisogni) siamo tuttə ugualə.

Miriam Russo