Università europee entro il 2025: Qual è il futuro dell’istruzione in UE?

Che facciate parte della generazione Intercultura, Erasmus o del più recente Erasmus+, sarete sicuramente avvezzi alle gioie e alle pene dello studiare all’estero. Conoscerete, quindi, l’espressione «Generazione Erasmus», nata per indicare i tantissimi studenti europei che hanno potuto beneficiare del programma di scambi internazionali studiando in università europee diverse da quelle del proprio Paese d’origine. 

Il successo del programma Erasmus, è stata la più lampante dimostrazione che il panorama dell’istruzione in Europa si sta evolvendo, evidenziando sempre di più i punti di adiacenza tra i diversi Stati membri.

Per fronteggiare il cambiamento, in occasione del vertice di Göteborg del 2017, i leader dell’UE hanno delineato una visione comune per l’istruzione e la cultura. La Commissione europea ha proposto agli Stati membri di istituire uno spazio europeo dell’istruzione entro il 2025. 

Si è così dato avvio al progetto delle università europee: alleanze transnazionali che diventeranno le università del futuro. Queste promuoveranno i valori e l’identità europei, rivoluzionando la qualità e la competitività dell’istruzione superiore in Europa. 

Ma cosa saranno, in concreto, le università europee? 

Le università europee diventeranno “campus interuniversitari” nei quali gli studenti, i dottorandi, il personale e i ricercatori potranno muoversi senza difficoltà, mettendo in comune le rispettive competenze e risorse.

Niente più infiniti Learning Agreement, rimbalzi tra le segreterie didattiche e sfiancanti riconoscimenti dei CFU. I programmi di studio saranno molto flessibili e consentiranno agli studenti di personalizzare la loro formazione, scegliendo cosa, quando – ma soprattutto dove – studiare per ottenere una laurea europea.

Le università europee, inoltre, collaboreranno a stretto contatto con le imprese, le autorità locali e gli esponenti del mondo accademico per favorire lo sviluppo economico sostenibile delle regioni in cui hanno sede. 

Ad oggi, le università europee sono già 41, e sono riunite sotto le cosiddette “alleanze”.
Le alleanze includono diversi tipi di istituti di istruzione superiore, dalle università di scienze applicate, passando per le università tecniche, fino alle scuole di cinema, arte e media e agli istituti ad alta intensità di ricerca. 

Ogni alleanza è composta in media da sette istituti di istruzione superiore, riuniti per concentrarsi su specifiche tematiche – ad esempio sviluppo sostenibile, intelligenza artificiale, arte – oppure a carattere più generalista, coprendo tutte le discipline. 

Per queste 41 università europee, di cui 12 italiane, è disponibile un bilancio che può raggiungere i 287 milioni di euro. Ogni alleanza riceve fino a 5 milioni dal programma Erasmus+ e fino a 2 milioni dal programma Horizon 2020 per un periodo di tre anni. 

Grazie ad una stretta collaborazione, le università europee accresceranno la propria capacità di affrontare le sfide comuni all’Unione – tra cui la transizione verde e la transizione digitale – a vantaggio degli studenti e di tutti i cittadini europei. 

Non possiamo far altro che attendere il 2025, nella speranza che venga istituito anche un Ballo del Ceppo capace di riunire tutte le università europee sotto il segno della nostalgia anni duemila.  

Erika Branca

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