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Frank, l’esordio discografico di un talento pop

Mattia Orlandini, in arte Frank, nato e cresciuto a Padova, una laurea in Mediazione Linguistica in tasca e il sogno nel cassetto di diventare una rivelazione nel panorama del cantautorato pop italiano.

Dopo avere mosso i primi passi come chitarrista in una band, decide di dare voce ai suoi testi esordendo nel 2017 con un progetto solista. Ad un anno di distanza pubblica il singolo “Crisi d’astinenza” per l’etichetta Sorry Mom!, uscito in anteprima su Billboard Italia, grazie al  quale inizia a farsi conoscere e a ottenere un ottimo seguito di follower su Spotify. Nel 2019 viene selezionato per le finali nazionali del Tour Music Fest, rassegna internazionale della musica emergente.

Un talento per la scrittura e per l’analisi introspettiva condotta sul filo delle emozioni, Frank associa passione e bisogno raccontare il proprio vissuto personale attraverso la musica.  Nell’attesa di ascoltare il primo album in studio, che è quasi pronto per l’uscita, andiamo a conoscere qualcosa in più di Mattia.

Video del singolo: https://www.youtube.com/watch?v=Wuiv0Dk2Yc8&feature=emb_title

Partiamo dal tuo percorso. Come ti sei avvicinato per la prima volta alla musica? Che studi hai fatto?

 Il primissimo approccio è stato con il pianoforte, ero davvero piccolo, poi sono passato alla chitarra che ho studiato per parecchi anni. Ho suonato in una band come chitarrista fino al 2016, anno dello scioglimento. Subito dopo ho iniziato a cantare e quindi di fatto ho iniziato il mio percorso solista.

Perché hai scelto di chiamarti Frank?

Tutto è nato alle scuole medie quando nell’ora di educazione fisica indossavo sempre la maglia di un giocatore di calcio, Frank Lampard. Da lì un mio compagno di classe, nonché amico, ha iniziato a chiamarmi Frank, e un po’ alla volta tutti hanno fatto lo stesso.

Chi sono gli artisti a cui più ti ispiri?

 Ascolto tanta musica diversa, mi definisco onnivoro musicalmente parlando. Tra gli artisti a cui mi ispiro ci sono sicuramente i The 1975, Biffy Clyro e Cosmo.

Cosa ti piace raccontare nei tuoi testi?

In ogni mio testo parlo sempre di circostanze che ho vissuto in prima persona, di episodi di vita o di situazioni in cui mi sono trovato. Per me scrivere è un momento di introspezione.

Nell’album che in uscita c’è un filo conduttore che lega i brani?

Il disco in uscita (che è anche il mio disco d’esordio) è il risultato di mille notti perso nei meandri della mia testa. Le canzoni sono tutte legate tra loro da un motivo cardine che è il flusso di coscienza.

In generale che obiettivi hai per il futuro?

Mi  auguro di continuare a fare tanta musica e di raggiungere più gente possibile e che, ovviamente, la mia musica possa fare emozionare tanto quanto è in grado di fare con me.