Uscite in sala: streaming, rinvio o una terza, suggestiva ipotesi?

Ormai lo sanno anche i muri: ipotizzare una data certa di ritorno alle vecchie abitudini a seguito della pandemia è impossibile. A ben vedere poi, è proprio difficile immaginare che ciò che è stato possa essere di nuovo, o almeno possa esserlo negli stessi termini. Se questo varrà in ogni ambito dell’esistenza, così sarà pure per il cinema. Dopo un iniziale momento di fisiologico sbandamento e di soluzioni-tampone, ora come mai l’industria della celluloide cerca di reagire. In questo momento, il campo della discussione è quello della distribuzione: ricorrere o meno allo streaming? La parola d’ordine è limitare danni, ma ogni azienda, almeno per adesso, pare avere la sua ricetta.

Direct-to-streaming: per chi è una buona soluzione…

Il primo istinto per quasi tutti i distributori è stato quello di posticipare l’uscita delle proprie pellicole. Ma con il prolungarsi della crisi le cose stanno rapidamente cambiando. Vi avevamo raccontato di come l’uscita di Onward fosse stata rimandata in Italia, ma poi è arrivata la scelta di Disney, in territorio statunitense, di renderlo disponibile su Disney+ assieme al recentissimo Frozen 2. Questo passo, peraltro apprezzatissimo dagli utenti, lascia adesso immaginare che anche da noi l’azienda con le orecchie possa presto muoversi in questo senso.

Chi però ha preso da subito la decisione più forte è stata sicuramente la Universal Pictures. La scelta di cancellare le uscite in sala passando direttamente alla distribuzione in streaming non solo è stata celerissima, ma ha riguardato un alto numero di produzioni. Il provvedimento estensivo ha riguardato molti film di punta, tra cui L’uomo invisibile, The Hunt, Emma e la collaborazione Dreamworks Animation Trolls World Tour. Sebbene i costi di questi noleggi online non appaiano al momento alla portata di tutti (fino a 19,99 € per 48 ore di fruibilità), bisogna riconoscere un certo coraggio da parte di Universal nel percorrere così convintamente questa strada inedita.

…e per chi proprio non lo è

Soluzioni del genere però non sono alla portata di tutti. Se infatti gli studios più importanti hanno le spalle coperte e possono permettersi la via dello streaming con una certa facilità, altrettanto non si può dire per le piccole produzioni e gli esercenti. È questo il caso del mercato italiano, per il quale ai microfoni di FanPage si è espresso Giampaolo Letta, amministratore delegato di Medusa. Per Letta l’uscita in sala dei film è fondamentale per tutelare gli investimenti dell’azienda e gli incassi dei cinema, e quindi la sua azienda ha proceduto a rimandare la distribuzione delle pellicole a dopo la crisi. Letta propone semmai che sia possibile derogare alle norme che regolano i tempi dell’approdo in streaming delle pellicole già pubblicate. Ciascuno step della commercializzazione di un film, come per esempio l’uscita in home video o il passaggio su canali in chiaro, è infatti rigidamente definito attraverso un sistema di finestre temporali. La domanda, in questo caso, sarebbe quella di evitare di far trascorrere i circa tre mesi dall’uscita al cinema che di solito si richiedono per la disponibilità in streaming di un titolo. Un provvedimento del genere andrebbe a vantaggio dei prodotti che erano in sala quando la pandemia è esplosa e che hanno visto la distribuzione azzoppata: se essi potessero subito essere messi online avrebbero la chance di recuperare qualcosa dell’incasso perduto.Ragionamenti analoghi d’altro canto ne ha fatti Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema, in un’intervista a FanPage. Per Del Brocco, i titoli dalla più spiccata potenzialità commerciale non possono proprio essere privati del loro approdo naturale, la sala. Anche in questo caso si sceglie di attendere tempi migliori per la distribuzione, valutando semmai con il tempo l’uscita di pochi e selezionati titoli minori direttamente sulla piattaforma RaiPlay.

E poi ci sarebbe l’idea romantica

Sono molto chiare dunque le posizioni in campo, e d’altro canto va detto che, rispetto ai punti di vista di chi le porta avanti, sono tutte più che legittime e sensate. Sul fronte distributivo però, tra le iniziative più curiose e interessanti delle quali si sta cominciando a discutere, vorremmo segnalarne una che ci è subito piaciuta. Gianluca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna, ha lanciato, nel corso di una sua intervista a La Stampa, l’ipotesi di utilizzare ampi spazi all’aperto per allestire dei veri e propri drive-in.

Se l’idea appare immediatamente romantica e affascinante, non se ne può nemmeno negare l’efficacia in termini sanitari di godere di un film senza neanche dover uscire dalla propria auto. Organizzare infrastrutture temporanee laddove possibile, potrebbe permettere al mercato di non fermarsi del tutto, lasciando margine d’ossigeno alle produzioni e una sana, bella esperienza di cinema a tutti noi utenti. Che possa essere un modo, specialmente magari in tarda estate, per riappropriarci del piacere del grande schermo? Noi, un pochino, vogliamo crederci.

Nicola Carmignani