Una nuova strategia per l’utilizzo e il recupero delle materie prime: è stata questa la richiesta degli europarlamentari alla Commissione Europea, in un documento presentato durante la plenaria del mese di Novembre 2021 a Strasburgo.
Si tratta di un settore chiave dell’economia europea, infatti dà lavoro a circa 350.000 persone in tutti i 27 stati membri dell’Unione.
L’obiettivo principale di questo documento è quello innanzitutto di rendere l’industria primaria europea più efficiente, più interconnessa tramite la digitalizzazione e più climaticamente neutrale, ma anche di renderla meno dipendente da altre grandi potenze mondiali, come gli Stati Uniti, la Cina o il Canada. Questi tre paesi sono i principali partners strategici dell’Unione Europea per la fornitura di componenti per la fabbricazione dei motori elettrici delle autovetture.
Poi, altri obiettivi sono rendere l’Unione Europea più autosufficiente nella produzione di materie prime e ridurre notevolmente l’enorme divario attuale con gli altri Stati.
Gli elementi chiave della strategia europea sono, però, il rispetto dei diritti umani, dell’approvvigionamento sostenibile, dell’impronta ambientale e della provenienza responsabile delle risorse da utilizzare.
Nello scenario attuale, caratterizzato dalla pandemia del Covid 19, l’economia circolare è destinata ad avere un ruolo fondamentale. Gli eurodeputati hanno voluto sottolineare l’importanza del riciclaggio dei rifiuti e del recupero delle materie prime secondarie, ovvero tutte quelle che provengono da prodotti od oggetti già utilizzati o fabbricati in passato.
Si stima infatti che potenziando questi metodi, i posti di lavoro in tutti e 27 gli Stati membri potrebbero raggiungere le 700.000 unità.
Competitività industriale, scambi commerciali, mercato interno, ricerca ed innovazione, protezione dell’ambiente e della salute pubblica sono gli ambiti in cui l’UE può legiferare in politica industriale.
Quali sono state le tappe fino ad oggi?
Nel 2008, l’UE adotta il primo piano d’azione per rendere la sua economia più inclusiva, sostenibile, resiliente e competitiva.
Nel 2010, viene lanciata la “Strategia Europa 2020”, un piano ambizioso per una crescita economica europea più sostenibile. L’obiettivo principale, entro il 2020, era preparare l’Europa alle sfide ed ai cambiamenti portati dalla digitalizzazione.
E oggi?
In tempi più recenti, all’alba della crisi dettata dalla pandemia, l’Unione Europea aveva compiuto notevoli passi in avanti. In particolare per facilitare ed avanzare verso la neutralità climatica. La direttiva ecodesign del 2018 aveva già sottolineato la necessità di usare tecnologie più resilienti, ecologiche e moderne fino dalle prime fasi di produzione, di oggetti come le caldaie, i cellulari ed i computer.
Inoltre il Nuovo Green Deal Europeo, adottato nel Dicembre 2019, pone la transizione ecologica come principale priorità dell’Unione europea entro il 2050. In questo contesto, l’estrazione di materie prime è destinata ad avere un ruolo centrale per la produzione di nuove tecnologie.
Lo scenario verso la transazione ecologica in Europa è poi completato dalla strategia industriale europea e dal piano Next Generation EU, adottati nel marzo del 2020 per assistere gli Stati membri durante l’emergenza sanitaria.
Oggi, in un contesto caratterizzato da una forte incertezza economica e sociale, la sostenibilità sembra un’opportunità di crescita in Europa. Soprattutto per far tornare l’industria delle materie prime competitiva a livello mondiale.
Per ascoltare la versione podcast dell’articolo, clicca qui
Lorenzo Onisto