EYE 2021 sta per iniziare e prenotando il viaggio non posso fare a meno di pensare all’edizione precedente, quando ad inizio giugno 2018 sono arrivata per la prima volta a Strasburgo.
Di fronte al Parlamento europeo vedo confluire migliaia di ragazzi, tutti si mettono ordinatamente in fila. Mi sembrano tutti molto emozionati, impazienti, come dei calciatori che aspettano con trepidazione il fischio di inizio della partita. Mi domando se non è proprio questo che significa avere uno spirito di cittadinanza attiva. Mentre ci penso mi emoziono anche io. Ascolto Voci di tutte le lingue, ascolto dei ragazzi in fila davanti a me che giocano a dire la stessa frase in ogni lingua che conoscono. Capisco che passano dal francese al tedesco e dall’inglese allo spagnolo senza problemi, lo fanno sembrare facile come cambiare canale in televisione.
Rimango scioccato e non vedo l’ora di entrare al Parlamento.
Incontrare così tante culture e tradizioni diverse mi lascia senza fiato, la possibilità di discutere di qualsiasi argomento con un mio coetaneo del punto opposto d’Europa mi emoziona e spero che le mie competenze linguistiche siano adeguate per riuscire a soddisfare la mia curiosità e sete di conoscenza.
Mi giro verso i miei compagni, siamo carichissimi: ci siamo divisi gli eventi e ognuno sarà da qualche parte, così RadUni, la nostra Associazione, sarà ovunque. Felice come un bambino mi appendo al collo il badge. Per me è la prima volta e seguo con attenzione le indicazioni che mi danno Rossella e Alice, le nostre accompagnatrici.
Il pensiero che presenteremo anche noi un’attività mi emoziona, ci siamo preparati tutti al meglio, ognuno conosce il suo ruolo e siamo pronti a far conoscere Europhonica ed il nostro modo di fare giornalismo ai giovani europei.
L’EYE, l’evento dei giovani europei, non potrebbe definirsi e presentarsi meglio. Corro avanti e indietro su e giù per il Parlamento, di Aula in Aula partecipo a diversi incontri, conferenze e laboratori. Quello che mi ha lasciato l’EYE è semplice, mi ha fatto sentire parte di una comunità di cui non sapevo di far parte, ed è stato bellissimo.
Uno dei momenti più belli di EYE18 è stato trovarmi al centro del cortile interno del PE a chiacchierare con ragazzi sconosciuti di tutte le nazionalità, come se ci conoscessimo da sempre, abbiamo anche scattato un selfie tutti insieme! In quel preciso istante ho sentito la vera entità del motto dell’UE “unity in diversity”, mi sono sentita parte di qualcosa di più grande ed ho capito che singolarmente, ma soprattutto insieme, possiamo davvero cambiare le cose, possiamo davvero aspirare a un’Europa migliore, sempre più inclusiva, sempre più nostra.
Libero i miei occhi dalla nostalgia di quei giorni e torno a guardare il planning dei viaggi, fra pochi giorni potrò nuovamente esplorare quelle sensazioni con tanti nuovi compagni di viaggio e non vedo l’ora.
Testi di: Martina Esposito
Francesco Saverio Della Monica
Viviana Cappellazzo