Non siamo gli unici in piena campagna elettorale: anche il popolo svedese, infatti, si appresta a tornare alle urne. Le prossime elezioni legislative sono fissate per il prossimo 11 settembre.
Da Bruxelles, ancora non si guarda con particolare apprensione a questa elezione che, a tutti gli effetti, potrebbe essere una semplice riconferma del consenso formatosi attorno a Magdalena Andersson nell’ultimo anno.
Eppure, il nuovo governo si troverà sul tavolo una serie di dossier piuttosto scottanti, a partire da quell’ingresso nella NATO ufficializzato a Madrid il 28 giugno, che sembra essere vincolato alla promessa di estradare 73 persone di nazionalità curda, considerate “terroristi” dal presidente turco Erdogan.
Quella che si osserva in queste settimane è una campagna elettorale interamente improntata su temi di politica interna, influenzata dall’invasione della Russia ai danni dell’Ucraina. Sarà quindi interessante osservare le strategie di gestione della crisi, così come le riforme adottate dal nuovo governo che si insedierà il prossimo autunno.
Per la prima volta dopo molto tempo, infatti, la Svezia torna al centro dell’attenzione internazionale, proprio mentre la narrativa nazionalista torna in auge anche nei territori tradizionalmente più progressisti del continente europeo.
Ci sono altre questioni, secondo voi, che il governo svedese dovrà affrontare nei primi mesi di insediamento?
Gloria Beltrami, da Stoccolma, per Europhonica