Il referendum del 20 ottobre 2024 in Moldavia ha rappresentato un punto di svolta per il futuro del paese. Con la domanda chiave: “Sostieni la modifica della Costituzione per permettere l’adesione della Repubblica di Moldavia all’Unione Europea?”, i cittadini hanno risposto in modo estremamente diviso. Alla fine, il 50.16% ha votato a favore della modifica costituzionale, ma il risultato è stato così stretto da riflettere le profonde tensioni politiche e sociali che attraversano il paese.
Non sorprende che il voto sia stato influenzato da una vasta campagna di disinformazione, alimentata in larga parte dalla propaganda russa. L’analista di politica estera Sergiu Mișcoiu, intervistato da RFI, ha spiegato che il risultato serrato fosse in parte atteso, ma molti non avevano previsto la potenza dell’influenza esterna. La Russia, storicamente interessata a mantenere la Moldavia nella sua sfera d’influenza, ha giocato un ruolo chiave nel diffondere false informazioni e promesse ingannevoli riguardo l’adesione all’Unione Europea.
Uno dei punti cardine della propaganda russa è stato instillare paure riguardo alla perdita di sovranità e identità nazionale in caso di adesione all’UE. Sono state diffuse notizie false che suggerivano che l’UE avrebbe imposto riforme culturali ed economiche drastiche, a scapito dei valori tradizionali moldavi. Inoltre, promesse irrealistiche di una rinascita economica attraverso un avvicinamento alla Russia sono state largamente promosse, spesso senza alcuna base concreta. Queste menzogne hanno trovato terreno fertile soprattutto nelle aree rurali e tra la popolazione più anziana, meno esposta a fonti di informazione indipendenti.
Cordina, una giovane che ha lavorato presso il seggio elettorale di Bucarest allestito per la comunità diasporica moldava, ha raccontato come la maggior parte degli elettori fosse composta da persone sopra i 25 anni, evidenziando una certa disillusione da parte delle nuove generazioni verso il voto. “Molti si sono lasciati guidare dalla propaganda e dalle bugie”, ha dichiarato. La disinformazione è riuscita a distorcere il dibattito pubblico, facendo leva su paure esistenziali e incertezze riguardo al futuro. Tuttavia, alcuni elettori hanno mostrato speranza per un cambiamento positivo, come testimoniato dall’affluenza di famiglie unite al voto.
Nonostante questo, l’attuale presidente Maia Sandu, che ha sostenuto con forza l’integrazione europea, si prepara ora a un difficile secondo turno delle elezioni presidenziali, previsto per il 3 novembre 2024. Sandu ha ottenuto il 42.07% dei voti contro il 26.27% di Alexandr Stoianoglo, ma il bacino elettorale interno a suo favore rimane limitato, secondo l’analista Mișcoiu. La chiave del successo per Sandu risiede nella diaspora, che ha sempre sostenuto politiche pro-europee e potrebbe garantire il margine necessario per la vittoria.
Le divisioni interne al paese, amplificate dalle menzogne e dalle false promesse provenienti dalla propaganda russa, hanno creato un clima politico incerto. Tuttavia, in Moldavia, giovani e adulti sono scesi in strada per celebrare la loro partecipazione al voto, un segnale di speranza e desiderio di cambiamento. Questo referendum, sebbene risicato, dimostra che la Moldavia è ancora profondamente in bilico tra il desiderio di avvicinarsi all’Europa e la persistente influenza russa.
Il secondo turno elettorale sarà decisivo per il futuro del paese. Sandu dovrà non solo contare sul voto della diaspora, ma anche convincere quella parte della popolazione che, pur disorientata dalla propaganda, potrebbe ancora abbracciare la visione di un futuro europeo. La sfida sarà duplice: affrontare la disinformazione e costruire una narrazione forte che contrasti le false promesse e le menzogne che hanno permeato il dibattito pubblico.
A cura di Gheorghina Mungiu