Lo scorso fine settimana in Moldavia il referendum per l’adesione all’Unione europea è stato approvato per una manciata di voti: possibile che solo il 50,16% dei moldavi ritenga positivo entrare a far parte dell’Europa? La realtà è più complessa: come vi abbiamo già spiegato, a pesare sul voto sono state le forti pressioni filorusse e la disinformazione, nel tentativo di mantenere Chisinau nella sfera d’influenza (o di isolamento) di Mosca.
Sorti simili per la Georgia, che questo weekend si recherà finalmente alle urne per le elezioni presidenziali che si presentano come spartiacque determinante per la direzione scelta dal Paese. Con Bruxelles o con Mosca: anche per Tbilisi, la scelta è pressoché identica. Ma il popolo georgiano sembra aver già deciso per il proprio futuro, come dimostrano le numerose manifestazioni di piazza che da mesi animano la capitale e i principali centri di Sakartvelo.
In attesa di conoscere i risultati elettorali del fine settimana, facciamo il punto sulle vicende di questi due Paesi tanto piccoli quando determinanti anche per il futuro dell’Europa.
A cura di Simone Matteis e Gheorghina Mungiu